Popi?
Dimmi Pomi
Mi racconti una favola?
Va bene.
Bella, però. Non come
quella della volta scorsa.
D'accordo.
C'era una volta un paese
molto ordinato, dove viveva un bambino di nome Antoine. Antoine aveva
quattro anni ed era figlio di due musicisti; poiché nel paese molto
ordinato ciascuno doveva seguire ordinatamente il mestiere dei suoi
genitori, Antoine iniziò a studiare musica sotto la guida della sua
mamma, e per diversi anni non fece altro: dalla mattina alla sera
studiava diligentemente, senza mai opporsi, perché nel paese molto
ordinato era questo che si faceva. Divenne presto un bravissimo
musicista: si diplomò alla scuola per musicisti del paese ordinato e
fu pronto per iniziare la sua ordinatissima carriera.
La sera del suo debutto
nel teatro del paese molto ordinato, Antoine era pronto a stupire
tutti con il suo talento. Si sentiva pronto. Era carico di adrenalina
e anche orgoglioso di come si era preparato: portava un elegantissimo
frac e delle scarpe lucide come specchi. Nel momento in cui si
spensero le luci e salì sul palco, però, Antoine iniziò a sentire
una terribile nausea: tutto iniziò a dondolare davanti ai suoi occhi
per le vertigini, e dopo pochi secondi dovette correre dietro le
quinte a vomitare. Poi svenne.
All'ospedale del paese
molto ordinato, dove venne portato di corsa, gli diagnosticarono un
potentissimo mal di mare, causato dal fatto che le tavole con cui era
stato costruito il palcoscenico del teatro provenivano dal pontile di
una nave che ai tempi della fondazione del paese molto ordinato si
era arenata vicina alla spiaggia. Poiché nel paese molto ordinato i
musicisti potevano suonare solo nel teatro, Antoine avrebbe dovuto
trovare una soluzione, o la sua carriera sarebbe finita prima ancora
di cominciare. E nel paese molto ordinato questo era inammissibile,
poiché è noto che la fine viene dopo l'inizio, non prima.
Un giorno lo andò a
trovare Pita, una sua amica. Anche Pita era figlia di due musicisti,
e anche lei aveva studiato musica, ma con risultati meno promettenti
di Antoine.
“Pita, sono molto
preoccupato” le disse Antoine. “I dottori dicono che non c'è una
cura. Come farò a suonare?”
Pita lo osservò a lungo
grattandosi il gomito sinistro, come faceva sempre quando stava per
avere un'idea grandiosa.
“Antoine” disse Pita
“è da tanto che ci penso, ma non ho mai avuto il coraggio di dirlo
a nessuno. Pensa se fuori dal nostro paese ci fosse un altro paese, o
tanti altri paesi. Magari diversi dal nostro! Magari con un teatro in
cui il palco non è fatto con le tavole di una na...”
“Nonono, Pita, ti
prego, non dire quel nome!” la interruppe Antoine, già bianco come
un lenzuolo.
“Scusami Antoine.
Dicevo, pensa se ci fossero tanti altri teatri, oltre al nostro.
Teatri con palcoscenici fatti con tavole apposta per palcoscenici. Lì
potresti suonare e diventare un grande musicista!”
Antoine pensò che Pita
fosse davvero una grande amica, e nel giro di poco tempo
organizzarono un viaggio alla ricerca di nuovi palcoscenici.
Popi?
Sì?
Tra quanto finisce?
Tra tanto.
Ma io ho sonno.
Ti faccio un riassunto:
Antoine e Pita viaggiarono a lungo, e incontrarono davvero tanti
altri paesi: paesi disordinati, in cui ognuno faceva quello che
voleva. Paesi in cui chiunque poteva decidere di fare il lavoro che
preferiva, o di innamorarsi di chi lo faceva essere davvero felice.
Tutti questi paesi, però, erano senza teatro. Quando finalmente,
dopo lunghe settimane di viaggio, Antoine e Pita arrivarono al paese
con il teatro, Antoine non voleva più suonare. In quei giorni aveva
scoperto che ciò che realmente amava fare era il meccanico, e di
musica e ore di studio non voleva proprio più saperne. Tornò in uno
dei paesi dove era stato, e divenne apprendista meccanico. Dopo
qualche anno aprì la sua officina, sposò la figlia del
fruttivendolo ed ebbero quattro bambini, che erano sempre disordinati
e sorridenti.
E Pita?
Pita tornò al paese
molto ordinato, dove, eliminata la concorrenza di Antoine, divenne la
più brava musicista del paese.
Popi, credo che le tue
storie non mi piacciano molto.
Buonanotte Pomi.
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