lunedì 28 marzo 2011

Gelato al pistacchio


Costituisce un interrogativo interessante il fatto che, in una famiglia di mangiatori di gelato dove l'unico gusto non tollerato dal palato di nessuno è il pistacchio, famiglia quale Happy Family è, l'unico gusto della vaschetta che non cementifica un secondovirgoldue dopo averla riposta in congelatore è proprio il pistacchio medesimo.
Capirete che, in un momento di fame assassina fuori pasto che ti porta a spalancare il freezer, desiderando fortemente una coppetta di rinfrescante crema gelato, ciò possa essere seccante.

Quando, in un afoso dopocena estivo, Mr HF fu per la prima volta costretto ad abbattere la sua voglia di gelato al cioccolato a causa della glaciazione avvenuta all'interno della confezione in polistirolo, la sua deduzione fu che il frigo era evidentemente rotto.
Venne quindi chiamato un tecnico specializzato, il quale dopo lunghe ore di lavoro e minuziosa analisi dell'elettrodomestico, rilasciò un salato conto da pagare e il verdetto che tutto funzionava come doveva funzionare -perfettamente-, e a dimostrazione di ciò estrasse la confezione di gelato dal freezer e se ne servì una generosa porzione. Escludendo il pistacchio.
Soddisfatti del risultato, i signori HF pagarono la parcella, finirono compiaciuti i resti di gelato -lasciando il pistacchio- e andarono subito ad acquistarne una monumentale vasca dalla gelateria vicina, chiudendola in freezer e predisponendo di mangiarla dopo pranzo, per festeggiare la riparazione del frigo.
Mi pare completamente inutile riferire che, terminato il pasto -leggero, proprio per poter gustare a pieno il dolce ghiacciato- e giunto l'atteso momento, la confezione rivelò delle ordinatamente disposte palle di marmo, eccetto un'unica porzione che con verde sorriso mellifluo manteneva una morbida consistenza da dessert al cucchiaio.
Si vide il sorriso spegnersi sulle labbra degli HFs; un secondo dopo, la madre rientrava in cucina mettendo sul fuoco una pentola d'acqua per preparare una seconda porzione di pasta per ciascuno.

Quella notte, mentre il silenzio intorpidito del sonno regnava nella casa, Mr HF scese circospetto le scale in camicia da notte e si chiuse in cucina. Prese la vaschetta bianca che riposava tra i ghiacci e la posò sul bancone. La aprì.
Il pistacchio lo guardava, mentre le altre sfere giacevano ibernate.
Attese. Passarono dieci lenti minuti, ma non ci fu la minima variazione nella consistenza del dolce, che si mantenne a ranghi serrati e indissolubili.
Mr HF prese un cucchiaio, e tentò invano di profanare la ferrea disposizione delle palle dalla consistenza di cemento armato.
Il cucchiaio si piegò.
Infervorato dall'esperimento andato male, fu dunque il turno di una forchetta, di un coltello, di un machete, di un batticarne, di uno stuzzicadenti ed infine, arrivato ad un livello di nervosismo a limiti estremi, di un phon. Tutti gli alleati caddero in battaglia.
Allora, pensando di sfoderare il suo asso nella manica, Mr HF ripose il contenitore in microonde, selezionando la modalità “scongelamento”; il microonde si fuse, ma nessuno il mattino seguente osò domandare cosa fosse successo.
Si percepiva dagli sguardi, si annusava nell'aria: era guerra.

La notte seguente fu il turno di Mrs HF.
Approdò al frigorifero armata di scalpello e martello, più un occasionale cacciavite, e si riecheggiò un rumoreggiare da officina per un quarto d'ora, interrotto da occasionali esclamazioni irripetibili ed eventuali sbuffi o cadute di attrezzi.
La mattina, nella confezione di gelato tutte le palle erano separate le une dalle altre, i ranghi erano stati tranciati da duri solchi, ma erano ancora saldamente incatenate al contenitore. Ma un passo avanti era stato fatto. E fu quel pomeriggio che Miss HF, armata di seghetto, si insinuò nella dispensa.

Accertatasi di non poter essere scorta da nessuno, si chiuse dentro, e prelevò dalla ghiacciaia la vaschetta, che constatò con gioia essere in polistirolo.
Armata di pazienza certosina, sventrò il contenitore, seghettando via attentamente i pezzi di materiale dal gelato, riponendo le palline in una terrina di emergenza, tutte, eccetto una sfera al cioccolato: questa fu portata via, e mangiata con soddisfazione in un crocchiare di ghiaccio che mano a mano si sciolse.
Uno a zero per Happy Family. La vittoria era vicina.
La resistenza glaciale non durò ancora a lungo: merito dell'unione delle menti obnubilate e infervorate dall'astinenza da gelato, fu escogitato un piano infallibile, presto messo in atto con successo.

È dunque entrata in uso da un certo tempo a casa Happy Family una curiosa abitudine, che si presenta ogniqualvolta l'impellente necessità di gelato emerge prorompente nelle viscere di qualcuno.
Tale pratica consiste nel posizionarsi nelle vicinanze del freezer, e con voce tonante esclamare: “AH! Come vorrei una bella coppa di gelato al pistacchio!”. Aprendo lo sportello, sarà matematicamente certo che il gelato di qualsiasi vaschetta sarà ora morbidamente pronto ad essere scucchiaiato e assaporato, ad eccezione del pistacchio, che avrà raggiunto la durezza di un diamante.
È però evidente quanto cotanto metodo necessiti ancora di qualche perfezionamento, in quanto, soprattutto in presenza di ospiti, può risultare non poco imbarazzante e bizzarro.
Nel mentre noi di Happy Family si medita, potrebbe qualcuno gentilmente dirmi come possa essere possibile rubare del gelato di nascosto quando prima di poterlo fare è necessario mettersi a declamare in tono liricamente sonante il proprio amore per il verde gusto gelato?

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