martedì 17 febbraio 2009

Zaque* in Cucina





Mia mamma è appena uscita per andare a prendere della verdura dalla nonna. Fin qua tutto bene, è solo andata via di casa per una mezzoretta, cosa potrà mai succedere in trenta miseri minuti.
Eh, può andare a fuoco la casa, ecco cosa, dato che, uscendo, mi ha chiesto di "mettar su i sucatei" vale a dire mettere le zucchine a bollire.
"Xe fasie, te prendi na tecia, te a riempi d'acqua, te taji i do tocheti de sucatei. Quando che l'acqua a boje te meti dentro un cuciaro de sae, e po te meti i sucatei.*"
Va bene, dico io.
Appena lei e la macchina escono dal cancello, però, iniziano i problemi.

Innanzitutto, quale pentola?
Beeeella domanda.
Apro il cassettone sotto i fornelli, guardo un po', e alla fine la pignatta giusta la trovo, sì. Piccolo particolare, è in lavandino.
Piena d'acqua, bicchieri e cucchiaini.
Usata ieri sera per la pasta.
Il preparare le zucchine si auspica arduo, questo è il primo segnale che non sarà una passeggiata, ma non mi arrendo: prendo una spugnetta, svuoto dall'acqua, dai bicchieri e dai cucchiaini, inizio a strofinare.
Dubbio due: Ma il sapone lo metto?
Beh, devo metterci l'acqua par bojar i sucatei, non penso serva una specie di specchio lucido e brillante, quindi niente sapone.
Metto l'acqua (ormai la dose l'ho imparata da altri tentativi fatti per cucinare la pasta), piazzo il tegame sul fornello, accendo il fuoco.
E il primo step è fatto, finchè non bolle non c'è nient'altro di cui preoccuparsi.

Adesso, le zucchine.
Prendo il tagliere, prendo il coltello, prendo il sacchetto della verdura.
Inizio l'opera di tagliamento.
Passo le verdure sotto l'acqua, piazzo sul tagliere e... Dubbio numero tre!
Quanto devo tagliare da un lato e dall'altro?
Mi affido all'istinto affamato: tagliamo via il meno possibile così si mangia di più.
Toc, pausa, toc, pausa, toc, pausa, toc, pausa.
Il coltello che sbatte sul tagliere, che, con il suo suono dolce e rilassante, rischia ogni volta di portarmi via mezza falange.

Taglio, taglio, taglio... Il sacchetto sembra non finire mai, e il dubbio numero quattro mi assale: ma se non dovesse finire? Se non dovessi tagliarle e metterle in pentola tutte?
Eh.
Inizio a chiedere.
"Andreee, quante zucchine devo mettere in pentola?"
Non mi sente, le cuffie stanno sparando musica a tutto volume, lui è concentrato sul suo computer. Msn, sms, mms, come al solito.
Cambiamo.
"Papààà, quante zucchine metto in pentola?"
"... Boh, quante ce ne stanno... 10, 15... Non so!"
Bon, vada per le 15 zucchine.
Torno in cucina, conto i tagliati e sono proprio 15. E' un segno del destino, è proprio il numero giusto.

L'acqua inizia a borbottare.
Bene, il cucchiaio di sale.
Tranquilla e contenta, entro in dispensa, apro l'anta e... Mi trovo davanti a DUE barattoli di sale che mi osservano dallo scaffale.
Il sale grosso e il sale fino.
E mi cade addosso il dubbio numero cinque, dilemma per eccellenza di tutti i cuochi novelli, porca miseria! Quando l'acqua bolle, che sale ci butto dentro?
Forse il sale grosso, quello fino lo usano per il pane... Ma la mamma sopra la focaccia ci mette quello grosso!
Quindi vada per quello fino.
Ma qualcosa mi trattiene.
Un istinto primordiale, una forza misteriosa fa deviare la mia mano verso il barattolo del sale grosso.
Acolto l'istinto, prendo quest'altro, un cucchiaio, riempio a metà (dubbio numero sei: cucchiaio raso o abbondante? Ma qua chiudo gli occhi, quello che pesco, pesco e butto dentro senza stare a pensarci troppo), svuoto nell'acqua.
Nessuna reazione preoccupante.

Intanto decido che è ora di sfruttare al meglio la promozione dei messaggi gratis.
Allungo la mano, prendo il cellulare e scrivo alla mamma.
"sale grosso o fino? Quante zucchine?"
Invio e aspetto.
Nessuno risponde.
E' vero, la mamma spenderebbe per scrivermi, scriviamo al fratellino che è con lei, che ha la stessa promozione di messaggi e può rispndere.
"Chiedi alla mamma quante zucchine devo tagliare, quanto devo tagliare da ogni parte e che sale devo buttare dentro"
Invio, attendo.
Subito la risposta: "grosso, taglia un po', 15-12"
Criptato, come sempre. Ma il significato è quello, quello tanto aspettato! Sale grosso nell'acqua, taglia un po' e un po', e fanne 15 o 12!

Sollevata, inizio a mettere dentro le zucchine con slancio.
Un po' troppo sLANCIO, tanto che una solleva una specie di tsunami dalla pentola che arriva anche alla mia pancia, facendomi balzare indietro.
Ok, regoliamo l'entusiasmo, inizio a metterle dolcemente in ammollo.
Andate, cuocetevi, bollitevi.

Ora sono in cucina, un orecchio ad ascoltare ii rumori provenienti dalla pentola maledetta.
Borbotta in maniera inquietante.
Lascio qua e vado a dare un'occhiata. In caso di risvolti straordinari, farò sapere.

"E' facile, prendi una pentola, la riempi d'acqua, tagli i due pezzetti dalle zucchine [l'inizio e la fine...]. Quando l'acqua bolle metti dentro un cucchiaio di sale, poi metti le zucchine."

1 commento:

  1. beh. ecco.
    volevo scrivere un post.
    avevo tutta una cosa mezza pronta sulle domande e sulle risposte.
    poi mi becco sta tizia que e comincio a leggere.
    il post sulle domande e sulle risposte può aspettare.
    lo prendo come un segno per un buon 2013.
    e vengo a leggere dall'inizio.
    sulle zucchine non ho molto da dire.
    questa è una di quelle volte che leggo zitto.

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