martedì 17 febbraio 2009

Far le vasche a Lanzano




Camminiamo in piazza a Lanzano, io e mia mamma.
Guardiamo intorno, le vetrine, la gente che passa.
Ascoltiamo: rumore di gente, rumore di tacchi per i porticati, tic tic, tac tac, tic tac, tic tac, toc, bonk.
Tra gli zampettanti ticchettii ecco la caduta.
E noi, da dietro, si sogghigna, perchè quella là che ci camminava davanti, con quei tacchi un po' così, e quella borsa un po' così, e quell'atteggiamento un po' troppo così, ci stava emeritamente sulle scatole.
Presenta gli elementi tipici della signorina che si vuol far notare e per farlo, si fa le vasche -avanti e indietro per i portici della piazza, avanti e indietro, avanti e indietro, passo di marcia e tacco ai piedi-.
Ammirevole la buona voglia e il passo, se su quei tacchi ci sapesse camminare, ma barcolla, traballa, piega i piedi in dentro, incrocia le gambe, sembra sul punto di cadere e... Oplà, invece è ancora su in piedi, fa tre passi e ricomincia il dondolio!
Pensa, lei, che i ragazzi la seguano per guardarle il fondoschiena fasciato in un jeans aderente, ma quelli la seguono facendo scomesse su quanto ci mette a cadere, e se la ridono.
Mentre dondola su quelle gambe da fenicottero menomato, poi, non si sbraccia minimamente per mantenere un minimo di equilibrio, anzi, braccia strette e serrate contro il busto, guai a spostarle.
Eh ciò, sennò cade la borsetta, portata a mezzo braccio, appesa a mo' di ombrello.
Tutti i movimenti delle ore di vasche sono impediti dal suddetto oggetto, ché sennò cade e si sporca, o rischia di spostarsi dal preciso punto in cui, dopo lunghi esami davanti allo specchio, la vascatrice l'ha posizionata.
Dondolando, non si sa se in un ancheggiare voluto o per rimanere dritta, si dirige nel negozio figo di Lanzano, il "Moda te", un' esposizione costante di borse, sciarpe, scarpe e guanti delle firme più costose e in vista.
Per farci due risate, io e mia mamma entriamo al seguito della vascante.
E' il posto perfetto per tirarsi su il morale, il "Moda te": ti senti depresso e entri, fai un giro, esci e sei allegro: hai capito che c'è chi è decisamente preso peggio di te.
Già che c'eravamo, e c'erano pure gli sconti, abbiamo fatto un giretto per il negozio.
Saliamo le scale, e ci troviamo davanti due borsone di Prada, due mezzi bauli, la miseria, non due borse!
Uno rosso e uno nero.
"Ma che bei" fa mia mamma.
"Mh..." mugugno io.
"Ma proprio che bei -insiste. E chiede alla commessa di passaggio quanto costano.
"Certo, scusi un secondo che chiedo... Giannaaaaaaaaaaaaaaaaa! E ze scontai i borsoni de Prada?"
"Sìì, del 30"
Come se non avessimo sentito, la signorina si gira e ripete.
"Novecento con sconto del trenta, signora, sono grandi poi, comode anche da viaggio, si portano qua" e con un palese gesto dell'ombrello ci mostra dove vanno portate le borse.
Mia mamma strabuzza gli occhi, mi fa l'occhiolino -ma è sicura, proprio qua?- e ripete il gesto dell'ombrello.
"Sìsì, qua".
E mia mamma, con un ulteriore, elegante, gesto dell'ombrello: "Proprio qua... Comodo..."

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